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Ricerca Artistica a cura di Gino Di Grazia



L'Impressionismo

L'Impressionismo e' un movimento artistico nato in Francia nella seconda meta' dell'Ottocento e durato fino ai primi anni del Novecento.
Una precisa esperienza di gusto, un momento caratteristico e storicamente definito, identificano questa tendenza nella civilta' artistica moderna.

Le premesse

Fondamentali per la nascita dell'Impressionismo furono le esperienze del Romanticismo e del Realismo, che avevano rotto con la tradizione, introducendo importanti novita': la negazione dell'importanza del soggetto, che portava sullo stesso piano il genere storico, quello religioso e quello profano; la riscoperta della pittura di paesaggio; il mito dell'artista ribelle alle convenzioni; l'interesse rivolto al colore piuttosto che al disegno; la prevalenza della soggettivita' dell'artista, delle sue emozioni che non vanno nascoste e camuffate, rapidi colpi di spatola, creando un alternarsi di superfici uniformi e irregolari, divenne il punto di partenza per le ricerche successive degli impressionisti.

Un altro importante riferimento, difficilmente inquadrabile, fu Camille Corot, chiamato affettuosamente dai suoi discepoli pere Corot (papa' Corot), con i suoi paesaggi freschi e semplici, lontani dalle convenzioni.

Nuovi stimoli vennero anche dall'Esposizione universale di Parigi del 1867, dove trovo' sfogo l'interesse per l'arte esotica, in particolare quella giapponese. Hokusai e la scuola Ukiyo-e rappresentavano scene di vita quotidiana molto vicine al realismo che andava diffondendosi in Francia e in Europa. Gia' Baudelaire, alcuni anni prima, aveva distribuito agli amici delle stampe giapponesi, che presto divennero una moda e furono apprezzate e acquistate anche dai pittori impressionisti.

Si deve pero' ricordare che, nonostante l'allontanamento dalla tradizione, restava il punto fermo della copia delle opere dei grandi del passato, custodite al Louvre.

Infine, importanti novita' vennero dalle scoperte delle scienze, come la macchina fotografica e le Leggi sull'accostamento dei colori di Eugene Chevreul: queste furono alla base della teoria impressionista sul colore, che suggeriva di accostare i colori senza mescolarli, in modo tale da ottenere non superfici uniformi ma "vibranti" e vive.

Gli artisti

Gli impressionisti dipingevano all'aperto con il cavalletto portatile, con una tecnica rapida che permetteva di completare l'opera in poche ore. Essi volevano riprodurre sulla tela le sensazioni e le percezioni visive che il paesaggio comunicava loro nelle varie ore del giorno e in particolari condizioni di luce, lo studio dal vero del cielo, dell'atmosfera, delle acque, elimino' il lavoro al chiuso, in atelier, lo studio nel quale venivano completati i quadri piu' grandi o eseguiti i ritratti ; molti ritratti erano pero' anche realizzati all'aperto. Lo sfondo, il paesaggio, non e' qualcosa di aggiunto, ma avvolge le figure. Oggetti e persone sono trattati con la stessa pennellata ampia e decisa.

Gli inizi

La storia dell'impressionismo nasce ancora prima che si possa parlare di un vero e proprio movimento: nel 1863 Napoleone III inauguro' il Salon des Refusees, per ospitare quelle opere escluse dal Salon ufficiale. Vi partecipo', tra gli altri, Edouard Manet con Le Dejeuner sur l'herbe, che provoco' un notevole scandalo e che venne definito immorale. Due anni piu' tardi, lo stesso Manet scandalizzo' nuovamente l'opinione pubblica con Olympia.

La prima manifestazione ufficiale della nuova pittura si tenne il 15 aprile 1874, presso lo studio del fotografo Felix Nadar, alla quale parteciparono Claude Monet, Edgar Degas, Alfred Sisley, Pierre-Auguste Renoir, Paul Cezanne, Camille Pissarro, Felix Bracquemond, Jean-Baptiste Guillaumin e l'unica donna Berthe Morisot. La mostra del '74 fu di per se' un'azione eversiva in quanto, al di la' dell'estrema modernita' delle singole opere che sconvolse la critica, venne compiuta in risposta e contro il Salon, che le aveva rifiutate, e gli studi accademici in generale.

Il nome di battesimo del nuovo movimento si deve al critico d'arte Louis Leroy, che defini' la mostra Exposition Impressioniste, prendendo spunto dal titolo di un quadro di Monet, Impression, soleil levant. Inizialmente questa definizione aveva un'accezione negativa, che indicava l'apparente incompletezza delle opere, ma poi divenne una vera bandiera del movimento.

Caratteristiche della pittura impressionista erano i contrasti di luci e ombre, i colori forti, vividi, che avrebbero fissato sulla tela le sensazioni del pittore di fronte alla natura. Il colore stesso era usato in modo rivoluzionario: i toni chiari contrastano con le ombre complementari, gli alberi prendono tinte insolite, come l'azzurro, il nero viene quasi escluso, preferendo le sfumature del blu piu' scuro o del marrone. Fondamentale era dipingere en plein air, ovvero al di fuori delle pareti di uno studio, a contatto con il mondo. Questo porto' a scegliere un formato delle tele piu' facile da trasportare; si ricorda che risale a questo periodo anche l'invenzione dei tubetti per i colori a olio e al cavalletto da campagna, facile da trasportare.

Il pittore cerca di fissare sulla tela anche lo scorrere del tempo, dato dal cambiamento della luce e dal passare delle stagioni. Si ricordano a questo proposito le numerose versioni della Cattedrale di Rouen, riprodotta nelle diverse ore del giorno e in diverse condizioni climatiche, di Claude Monet verso la fine del 1890.

Nonostante un filo rosso molto evidente colleghi tutti gli artisti impressionisti, sarebbe un errore considerare questo movimento come monolitico. Ogni artista, infatti, secondo la sua sensibilita' lo rappresenta in modo diverso. Per esempio Monet non si interesso' principalmente alla rappresentazione di paesaggi urbani, ma soprattutto naturali, arrivando, negli ultimi anni della sua vita, a ritrarre moltissime volte lo stesso soggetto (le Ninfee) in momenti diversi, per studiarne i cambiamenti nel tempo. Altri, come Renoir o Degas, si interessarono invece alla figura umana in movimento. Molti sono gli artisti che non si possono definire del tutto impressionisti, ma che dell'Impressionismo sono evidenti precursori, molti quelli che, nati in seno all'Impressionismo, se ne distaccheranno per intraprendere nuove strade. L'unico artista che sempre, per tutta la sua vita, rimase impressionista fu Monet. In sintesi, si puo' affermare che l'Impressionismo sia ai suoi inizi con Manet, culmini con Monet e si chiuda con Cezanne, che poi ne uscira'.

La diffusione

L'Impressionismo si diffuse in Europa (anche grazie alla facilita' con cui un'opera poteva essere eseguita, a molti impressionisti non occorreva per realizzare un dipinto piu' di 15 minuti, era facile trovare nelle case borghesi dell'epoca diversi quadri): in Italia ebbe uno sviluppo poco particolare, grazie alle esperienze di Federico Zandomeneghi e Giuseppe De Nittis e dei Macchiaioli, piu' vicine, tuttavia, alla tradizione quattrocentesca.

L'eredita'

La teoria del colore impressionista viene esasperata nel pointillisme di Georges-Pierre Seurat: i colori non vengono mescolati, ma semplicemente accostati in punti minuti, in modo che sia l'occhio a creare le tinte intermedie.

Paul Cezanne, pur contemporaneo del movimento, sviluppo' in modo indipendente la propria ricerca, che da alcuni viene considerata premessa del Cubismo.

Vincent Van Gogh compi' una svolta proprio grazie agli impressionisti, ma da loro si discosto', precorrendo l'Espressionismo.

L'impressionismo italiano

La situazione italiana e' in questo periodo post-unitario difficile e lenta nello sviluppo della nuova corrente artistica francese. Per questo motivo molti pittori italiani furono affascinati dal nuovo stile e dall'apertura del pensiero parigino, in cui riscontrano una modernita' introvabile nella loro patria.
Nondimeno il lavoro di macchiaioli come Sernesi, Cabianca, Borrani e poi Fattori degli anni '60 e '70 dell'Ottocento, in contemporanea agli albori dell'impressionismo e' paragonabile nei metodi, nelle tematiche d'attualita' e nello stile che persegue la luminosita' naturale attraverso l'uso della macchia, e ne costituisce il movimento parallelo, con le dovute differenze di contesto sociale e di territorio.
I macchiaioli Italiani conoscono Delacroix, Corot, Courbet e i Barbizonniers, e, come gli impressionisti, partono dalle ricerche di questi pittori. Dopo la stagione dei Boldini, degli Zandomeneghi e dei De Nittis, che potremmo chiamare inpressionisti franco-italiani viste le loro lunghe permanenze parigine, permane in Italia una tradizione tardo impressionista che si protrae nei primi tre-quattro decenni del Novecento, legata ora a Monet, ora a Renoir ora a Cezanne,espressa nell'opera di pittori come Emilio Gola, Arturo Tosi, Armando Spadini .


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